Ricetta Estratto di pomodoro siciliano fatto in casa
Questa per me è la ricetta più 'povera' e semplice in assoluto, fatta veramente di sudore e risparmio. Il mio ricordo più lontano legato alla cucina, all'estate, all'infanzia.
Sono nata in un paese bellissimo della Sicilia orientale, Noto, ci ho vissuto solo i miei primi 8 mesi di vita, poi ho cambiato sei città diverse a causa del lavoro di mio papà. Erano gli anni in cui l'arruolamento nell'arma dei carabinieri era un 'posto sicuro' e mio papà con due figlie decise di intraprendere questa strada, un po' per vocazione, un po' per esigenza. Questo ci ha portati a viaggiare e a spostarci di città in città. Siamo sempre stati lontani dai nostri affetti familiari che erano al paesello e noi ci spostavamo sempre più lontano, sempre più lontano dal paese. Eravamo i 'forestieri' ,quelli che quando tornavano al paese era festa, i nipoti visti e vissuti poco. Ho un ricordo bellissimo di quegli anni, quando tutti i cugini passavamo le estati in questa campagna meravigliosa caldissima, arida. Ancora oggi quando vedo una distesa di terra arida mi sento bambina e torno a quei ricordi meravigliosi. Quando arrivavamo noi era festa, ci ospitavano i miei nonni paterni, tante volte mio papà non avvisava i suoi genitori e facevamo una bellissima sorpresa, anche se appena arrivati dopo la gioia, le lacrime e gli abbracci, ricordo mio nonno che commentava e diceva a mia nonna: Gigia e ora che gli diamo da mangiare??? era il suo pensiero fisso, saziarci!
Questa per me è la ricetta più 'povera' e semplice in assoluto, fatta veramente di sudore e risparmio. Il mio ricordo più lontano legato alla cucina, all'estate, all'infanzia.
Sono nata in un paese bellissimo della Sicilia orientale, Noto, ci ho vissuto solo i miei primi 8 mesi di vita, poi ho cambiato sei città diverse a causa del lavoro di mio papà. Erano gli anni in cui l'arruolamento nell'arma dei carabinieri era un 'posto sicuro' e mio papà con due figlie decise di intraprendere questa strada, un po' per vocazione, un po' per esigenza. Questo ci ha portati a viaggiare e a spostarci di città in città. Siamo sempre stati lontani dai nostri affetti familiari che erano al paesello e noi ci spostavamo sempre più lontano, sempre più lontano dal paese. Eravamo i 'forestieri' ,quelli che quando tornavano al paese era festa, i nipoti visti e vissuti poco. Ho un ricordo bellissimo di quegli anni, quando tutti i cugini passavamo le estati in questa campagna meravigliosa caldissima, arida. Ancora oggi quando vedo una distesa di terra arida mi sento bambina e torno a quei ricordi meravigliosi. Quando arrivavamo noi era festa, ci ospitavano i miei nonni paterni, tante volte mio papà non avvisava i suoi genitori e facevamo una bellissima sorpresa, anche se appena arrivati dopo la gioia, le lacrime e gli abbracci, ricordo mio nonno che commentava e diceva a mia nonna: Gigia e ora che gli diamo da mangiare??? era il suo pensiero fisso, saziarci!
La chiamava Gigia, peccato, non gli ho mai chiesto il perchè, io porto il suo nome. In estate era tappa fissa, andare dai nonni, io gli ho voluto un sacco di bene, c'erano i nonni paterni, umili, buoni, teneroni e i nonni materni, ricchi, aridi, scostanti e distaccati e questo mi ha insegnato molto nella vita, non sono i soldi quelli che ti rendono un uomo ricco. Io ho amato profondamente i miei nonni paterni, ho giocato con loro, dormito con loro, ricordo tutto di loro. Ricordo che abitavano in un appartamento al quinto piano, lontano dallo smog, diceva mia nonna, e nel suo balcone che io ricordo enorme, ma che ho avuto modo di rivedere da adulta e di enorme non ha davvero nulla, posizionava le sedie e sopra vi metteva delle tavole dove in estate metteva ad essiccare il pomodoro e ne ricavava l'estratto, 'u strattu' come diceva lei. E ne era gelosissima, lo curava con amore, lo girava e rigirava, lasciava un cucchiaio sempre lì e ci metteva una veletta sopra per evitare che ci andassero gli insetti sopra e...mio padre!!!!!!! Ricorderò sempre finchè campo la voce di mia nonna che urlava a mio papà: Enzo nun ti mangiari un strattu!! Mio papà approfittava del cuchiaio che mia nonna lasciava nei piatti per rubarle l'estratto. Quella di mia nonna non era avarizia lei diceva sempre, se usi il cucchiaio rischi di farmi inacidire tutto il il pomodoro ed il lavoro è perso... Era convinta di questa sua teoria. Non ho mai capito se si divertisse più mio padre a farsi sgridare come fosse un bambino o mia nonna a urlarle tutto il suo amore con questo gesto, a quel figlio che vedeva tanto poco, essendo lontano, che era in cuor suo il suo amore e la sua preoccupazione.
Oggi non ho più accanto a me nè mia nonna Gigia nè mio papà, ma sono sempre nel mio cuore e nei miei ricordi, tutti i giorni un pensiero è rivolto a loro. Quando apro il frigorifero e uso l'estratto di pomodoro che anche io mi preparo in estate, mi rimbomba in testa la voce di mia nonna e la risatina di mio papà.
Preparazione:
- 10 chili di pomodoro fresco
- sale marino
- Olio extravergine di oliva
Lavare il pomodoro e tagliarlo in quattro parti, metterlo al sole, salarlo e lasciarlo asciugare per quattro giorni. Durante le ore notturne bisogna mettere il pomodoro a riparo dall'umido della notte. Dopo quattro giorni passare il pomodoro e metterlo o nei taglieri di legno o meglio ancora nei piatti. Man mano che il sole asciuga il pomodoro questo diventa sempre più scuro e concentrato. Sarà pronto quando avrà raggiunto la giusta concentrazione, circa una settimana - dieci giorni. Una volta pronto metterlo nei contenitori di vetro e ricoprirlo di olio extravergine di oliva.